Una serie fotografica iniziata nel 2002: questi ritratti, come costellazioni nel cielo, ingannano e simulano una contemporaneità che non c’è. Qualcuno dei bambini ha infatti abbandonato da tempo l’età dell’innocenza. Scrive Manuela De Leonardis:
Diversamente dalla tradizione fotografica del reportage, nella sua vocazione di fotografia umanista, che ha visto grandi protagonisti – da Diane Arbus a Elliott Erwitt, William Klein, Henri Cartier-Bresson, Martine Franck, Jim Goldberg, Alex Webb, Mikhael Subotzky e tantissimi altri – ritrarre bambini con le armi giocattolo (prevalentemente pistole), il lavoro di Cenci è mosso da altre motivazioni estetiche e concettuali. Intanto, l’artista mette in posa i soggetti creando un set neutro in cui sono i protagonisti stessi a scegliere la loro “arma”, che spesso è un oggetto domestico (il mattarello, lo spazzolone, la gruccia per gli abiti), o comunque un “attrezzo” modificato che svela la sua natura piuttosto creativa e innocua, che non aggressiva. L’ossimoro – se di ossimoro si può parlare – è dato dalla presenza dell’aureola, da un lato, che traduce la santità dell’innocenza che l’adulto vede (e riconosce) nel bambino, e dall’altro lato dall’arma che il bambino tiene in mano senza averne piena consapevolezza. “I bambini sono colti di sorpresa, spersi nella dimensione armata.” – spiega Franco Cenci – “Si percepisce quasi il loro stupore, come se sapessero che nell’arma giocattolo c’è il loro destino, ovvero il passaggio dall’innocenza all’età adulta.”